La mia prima sei ore : tre, da incubo!
Alcuni mesi fa l’adorata coppia Soldatino-Coscia, mi fece notare che, se avessi barrato la casella dell’ultramaratona, avrei avuto buone possibilità di classificarmi nelle primissime posizioni nel campionato sociale Fò di pe 2013. L’occasione è ghiotta, dopo aver lasciato trascorrere l’estate mi sono iscritto alle 6 ore di Lupatoto, dove purtroppo sono stato costretto a dare forfeit. La causa è stata una bronchite durata oltre un mese e culminata durante una seduta di fumenti, quando, per inalare a piene narici i vapori balsamici, mi ero chinato troppo sulla vaschetta d’acqua bollente ustionandomi la punta del naso.
Ho quindi puntato tutto su questa 6 ore di Reggio Emilia.
In contemporanea si corrono anche: la 12 ore, che assegna il titolo italiano, la100km e la Maratona. Per i Fò di pe, oltre al sottoscritto sono presenti: Coscia, impegnato nella 12 ore ( ultimo sostanzioso allenamento prima del battesimo in una 24 ore, che avverrà tra un mese a Palermo) e Gigione, iscritto invece alla 100km e alla ricerca di una prestazione che gli permetta (finalmente!) di rientrare a casa e trovare la porta aperta… Arriviamo a Reggio poco prima delle sette, ritiriamo i pettorali e cominciamo ad allestire il nostro ristoro personalizzato. La partenza della 100km, unitamente alla 12km è prevista alle 8, maratona e 6 ore alle 10. Mi piazzo quindi una seggiola al tavolino del ristoro per assistere i soci nelle prime loro due ore. Il percorso si snoda in mezzo al verde, su una pista ciclabile lunga 1022metri.
Quando, dopo lo sparo, vedo sfilare i concorrenti, pare che tutti corrano a rallentatore, i ritmi sono veramente blandi blandi. D’altra parte la corsa è lunga lunga! Ne frattempo arriva la big Paola Sanna ( impegnata nella 6 ore) accompagnata dai famigliari. Il padre si ferma incuriosito di fronte al nostro tavolino dove spiccano le scatole di cartone personalizzate contenenti integratori vari. Una riporta la scritta, “ Fò di pe, Gigione”, una “Fò di pe, Crema” ed una “ Fò di pe, Coscia”. La sua esclamazione è stata per me un autentica badilata: “Non sapevo che avevate una sezione anche a Crema!”
Ed io che pensavo di essere famoso…
Finalmente arriva il turno della 6 ore, si parte! Non avendo esperienza nelle ultra ( l’unica mia partecipazione è stata la Lecco- Cassano, durata meno di 3h45’), prendo come riferimento l’allenamento svolto tre settimane fa: 47,5km coperti in 4h esatte. L’obbiettivo è quindi quello di correre intorno al 5’/km per 4h, poi si vedrà…
Le prime due ore scorrono tranquille, durante la terza però le sensazioni non sono delle migliori. Il sole sbuca tra le nuvole e la temperatura sale vertiginosamente. Riesco a mantenere il 5’ fino al 34°km dove, purtroppo, comincio ad accusare fitte all’altezza della milza e del fegato. Spingo con la punta delle dita per attenuare il dolore, ma al 36°km (3h esatte) decido di fermarmi a rifiatare in prossimità del ristoro , integrare qualcosa e far pipì. Nel medesimo istante in cui mi fermo vengo aggredito da un crampo al bicipide, una spanna sotto il gluteo. Dolore lancinante: mi stendo a terra e allungo la gamba. Riprendo lentamente! Non riesco nemmeno a completare un giro e vengo assalito nuovamente dai crampi, questa volta al polpaccio sinistro. Mi rifermo, sono demoralizzato!
Decido di telefonare a Soldatino, sia per condividere l’amarezza, sia per insultarlo, visto che lo ritengo in parte responsabile della mia presenza a questa ultra. Il farabutto non mi ha nemmeno risposto: era comodamente seduto a tavola a rimpinzarsi la panza. La lotta contro i crampi prosegue per circa 4/5 giri, poi le cose sembrano andare finalmente meglio: dal 43°km al 49°km riesco a correre ininterrottamente a 6’/km. La competizione ha cambiato completamente fisionomia ed aspettative. Ora la cosa più importante è far accettare alla mente questa nuova situazione. La mia mente accetta, ma il fisico mi tortura e al 52°km la sofferenza tocca l’apice. Crampi al polpaccio e contemporaneamente all’adduttore ( interno coscia, tra inguine e ginocchio ) lascio il percorso e mi stendo nel prato. Vengo subito soccorso ma, se stirare il polpaccio e far passare il dolore è cosa piuttosto semplice, altrettanto non posso dire per l’adduttore: il crampo non ne vuol sapere di mollare la presa. Ci vogliono alcuni minuti per uscire dal dramma. Stringo i denti e riprendo il ritmo del 6’/km ponendomi come obiettivo i 60km. Dopo qualche km “tranquillo”, al 58°km ecco ripresentarsi un crampo sotto il gluteo che mi costringe all’ennesimo stop. Dopo 5h 45’ di tribolazioni, il raggiungimento del 60°km riesce a trasmettermi sensazioni positive, sono moderatamente felice! Punto allora ai 62km, ma a 2 minuti dalla conclusione, i crampi mi azzannano ancora i polpacci. Riesco solo a prodigarmi in un commovente allungo negli ultimi 40”.
Quando sento lo sparo che decreta la fine, mi fermo e mi butto stremato nel prato. Mi tengo comunque stretti questi 61,900km che mi sono valsi il 5° posto assoluto e un incredibile primo posto tra gli M45. Non sono molti, ma li ho conquistati dopo una sofferenza inaudita, che mi ha riportato indietro nel tempo, a quando non ero ancora un maratoneta evoluto. Mi consolo guardando un agonizzante, ma indomito, Gigione che fatica tremendamente a portare a termine la sua soffertissima 100km. Grazie all’aiuto di Coscia, che rallenta visibilmente e a volte si ferma ad aspettarlo per accompagnarlo all’arrivo, l’eroico Gigione conclude in 10h53’ classificandosi 3° assoluto. Coscia, l’unico che è riuscito a sorridere dal primo all’ultimo minuto, spronandoci continuamente a non mollare, conclude la sua 12h classificandosi 18° assoluto, percorrendo 104,700km.
Posso tranquillamente definire questa mia prima esperienza, traumatica!
Complimenti all’organizzazione, in particolare ad Antonio Tallarita, non solo per la passione ma per la cortesia, la pazienza e la disponibilità che ha saputo mettere ha disposizione degli atleti.
Crema
Bravissimo Crema!
Ci mancavano i tuoi articoli…sei sempre un grande! ….ma il passaggio da maratoneta evoluto a ultramaratoneta evoluto non é così automatico…pare ci voglia un po di sofferenza! Mola mia…..